In Abruzzo, alle prime gelate, quando greggi e pastori lasciano le alture sulle quali sta per distendersi la bianca coltre dell'inverno, risuonano per le gole montane gli echi lugubri degli ululati che preannunciano le scorrerie delle belve fameliche.
Sola difesa contro di essi, i lupari, cacciatori di mestiere, discendenti corsi nella tradizione di quei guerrieri a cui antichi abitatori usavano di affidare la protezione della loro vita e dei loro beni in cambio del mantenimento.
Quando uccidono un lupo se lo portano ancora adesso con un carro in giro per i centri abitati della montagna per raccogliere le povere cose che i pastori possono dar loro come compenso.
Silenziosi e forti come monti fra i quali sono cresciuti, lupari un po’ per necessità e molto per passione [adavide], questi uomini hanno conservato intatto dei precursori un indomabile spirito di indipendenza [che] impedisce loro di avere un padrone.
Essi sono i nomadi. Compaiono ai primi freddi e scompaiono misteriosamente allo sciogliersi delle nevi come le belve con cui hanno sostenuto tutto inverno l’implacabile lotta. 〜〜〜〜〜〜〜〜〜〜〜〜〜〜〜〜〜〜〜